Enrico Iurato
Fondatore Logogen e Logopedista
Da tanti anni mi occupo di bambini e ragazzi con vulnerabilità, con disturbi dell’apprendimento e del neurosviluppo. Ma non solo. Sono bambini che soffrono, che faticano, che non si sentono compresi: il mio lavoro consiste nell’aiutarli a individuare il percorso, sulla loro specifica “mappa”, per arrivare a un risultato, che si tratti di contare, di leggere, oppure guardare un’altra persona negli occhi e di stabilire con lei una connessione di reciprocità e umana comprensione.
Il mio interesse va oltre la comunicazione ed il linguaggio.
Oggi, a distanza di oltre trent’anni, il mio principale interesse va oltre la Comunicazione e il Linguaggio. Mi piace definirmi “un Mediatore che facilita/semplifica l'Apprendimento" e aiuto bambini e ragazzi, con le loro famiglie, a migliorare la loro capacità di imparare ad imparare, e sviluppare l’abilità di organizzare il proprio apprendimento, a seconda delle proprie necessità, scegliendo le strategie più utili. L’obiettivo finale è accompagnarli ad avere più fiducia nelle loro capacità (autoefficacia), maggiore consapevolezza dei propri punti di forza, adeguata gestione emotiva e autonomia nello studio.
La mia motivazione
Aiutare bambini come Marco, Francesca, Stefano, significa fornire loro strategie adeguate affinché possano modificare in meglio le funzioni che le vulnerabilità e i disturbi del neurosviluppo e/o dell’apprendimento comportano.
Lungo il percorso dedichiamo inizialmente attenzione/tempo per meglio comprendere/capire gli ostacoli che hanno reso difficile il loro apprendimento, il funzionamento della memoria, l’attenzione e il loro stile di apprendimento; ma anche gli stati emotivi (preoccupazioni e paure) che li paralizzano, la scarsa fiducia e motivazione; diamo un nome alle loro difficoltà, intervistiamo e coinvolgiamo altri attori come genitori e insegnanti, ma nello stesso tempo definiamo i loro punti di forza, le risorse chiave.
Sotto a quest’errore che cosa c’è?
E sotto al perché questo bambino
l’ha commesso che cosa c’è?
E sotto a come gli è stato insegnato
a ragionare che cosa c’è?
A scuola ho sempre avuto difficoltà quando studiavo. Avrei voluto essere uno di quelli bravi ad imparare. La mia non era mancanza di volontà. Ho il ricordo di pomeriggi interi dedicati alla lettura e alla ripetizione. Quello era il modo in cui mi avevano insegnato. Ma questa fatica non era ricompensata dai risultati attesi. Facilmente dimenticavo. Se sbagliavo, mi sentivo in colpa. La sfiducia cresceva e così anche la disaffezione scolastica. Gli esperti della materia avrebbero detto che “apprendevo meccanicamente”. A distanza di anni, ho capito che mi mancava un metodo organizzato e le giuste strategie per apprendere, ricordare e comunicare.